35
…!
Tanti
ne son passati …!
Ben
35 (già) …!
Ma
prima che scocchi l’ora esatta …
…
in questo 2012 …
(e
che a dire dei Maya durerebbe addirittura meno del previsto … benchè bisestile
… insomma …! Hahahahahaha … L’avreste mai detto che un anno bisestile …
l’ultimo a disposizione, insomma … sarebbe durato un cazzo?) …
…
ecco dicevo …
…
e siccome io non ce la faccio ad aspettare …
…
ve lo devo dire subito …
…
tutto quanto …
…
ogni cosa …
…
ogni minima cosa …
…
adesso …
…
in questo preciso istante …
…
NNNAAAUUU …!!!
Ma
facciamo per un attimo ordine … (però!) … che così non si capisce già più
niente.
1974
…
No
… non sto dando i numeri …
(cioè … magari si … forse … chi può saperlo? Hahahahahahah).
(cioè … magari si … forse … chi può saperlo? Hahahahahahah).
Un
tizio (allora 29enne), ambizioso personaggio che a tutti i costi cerca di
lasciare una propria impronta nella storia del rock, se ne torna a Londra.
È
infatti appena naufragato il suo tentativo (vano) di far resuscitare le New
York Dolls, prendendone in mano le redini quando ormai il combo glam era nella
sua parabola discendente, dopo aver incendiato il panorama “lurido e ruvido”
della musica, folgorando tutti con soltanto due album all’attivo ed infiammando
i clubs della Grande Mela a tal punto da mettere le basi per la nascita (e
rinascita) di una certa corrente improntata su un determinato tipo di “suoni
grezzi” e che vedevano già band come i Ramones, i Television, i Talking Heads,
i Blondie, i primissimi B52’s, le Runaways frequentare con una certa assiduità
postacci fetidi e pidocchiosi proprio come il mitico CGBG’s, dove peraltro le
“Bambole” erano di casa.
New York Dolls
C.B.G.B.'s
Ramones
Television
Talking Heads
Debbie Harry - Blondie
B52's
The Runaways
Londra
quindi …
Qui,
Malcom (si chiamava così, si … Malcom) … già dal ’71 per la verità … aveva
conosciuto Vivienne
Vivienne Isabel Swire
… di 5 anni più grande di lui …
… già coniugata "Westwood" …
Vivienne Isabel Swire
… di 5 anni più grande di lui …
… già coniugata "Westwood" …
…
ma soprattutto suo istrionico alterego in gonnella
(…
in “micro” gonnella, per la verità) …
…
e che a Chelsea gestiva un localaccio di roba usata (divise militari, abiti
sado-maso … ed altre porcherie simili) …
… chiamato provocatoriamente “Sex”.
… chiamato provocatoriamente “Sex”.
Inutile
dire che un simile tugurio non poteva che essere frequentato da gentaglia.
Anzi
… si può tranquillamente dire che non è affatto campato in aria quando qualcuno
sostiene che è in queste quattro mura ed ad opera certamente di questi
personaggi … che nacque tutto … ogni cosa … di quello che appunto sto per
raccontarvi.
…
Eh già … perchè Vivienne è una figura costante nella vita di Malcom McLaren
(il
suo nome e cognome completo era questo, si: Malcom McLaren).
È
ad esempio proprio con lei che aveva creato quella sorta di bazar/tugurio … un
po’ grigio … e con le finestre in tipico stile inglese … chiamato inizialmente
“Let it Rock” (nel 1971) … al 430 di King’s Road … diventato poi “Too fast
to live too young to die” (nel 1972 ) … ed infine appunto … nel 1974 …
“Sex” (… poi vabbè … in seguito anche “Seditionares” ed infine “World’s
End”, rimasto fino ad oggi e famosissimo anche per la celebre insegna con
l’orologio che gira al contrario: guardatelo su Google Maps) … e dove si
vendevano le cose più strane, vi ripeto … ma anche le creazioni stravaganti e
provocatorie della stessa Vivienne … e che contribuirono poi a creare quel vero
e proprio look che da lì a breve prenderà poi piede in maniera incontenibile).
È
in quel piccolo spazio che il “giovanotto” Malcolm McLaren (come ha scritto
qualcuno) … aveva deciso di creare il suo altrove …
…
uno spazio altro …
…
il quartier generale di una metamorfosi socio-musicale …
Quando
McLaren capitò per la prima volta al 430 di King’s Road era un giorno
dell’estate 1971 … e tutto ciò è lungi non soltanto dall’avverarsi … ma
dall’immaginarsi addirittura.
Quella
era infatti la sede del Paradise Garage, un negozio di moda e abbigliamento
“sui generis” … di proprietà di Trevor Miles … un tizio con il fiuto per i
trend, che aveva già caratterizzato da qualche anno l’anima eclettica del
negozio, puntando su articoli unici ed estrosi. Complice un gestore a dir poco
maldestro, Bradley Mendelson, e la luna di miele di Miles, McLaren riesce in
ottobre a insediarsi al 430 con i suoi amici Vivienne Westwood (ovviamente) e
Patrick Casey (compagno di scuola dello stesso Malcom).
Quando
Miles si accorge che sotto il suo naso parte dell’attività è già stata concessa
in affitto a sua insaputa al nuovo terzetto, dichiara bancarotta e McLaren
rileva il negozio.
È
quello il momento in cui … ovviamente … quel tugurio ha bisogno di un nuovo
nome: fu così che … “Let It Rock”, abbiam detto … “Sia il Rock” …!!!
La
Westwood e McLaren hanno le idee chiare: vogliono svecchiare, stupire, colpire
…
…
vogliono essere un nuovo punto di riferimento nella Londra di quegli anni.
Ci
mettono passione, idee politiche progressiste, un’inedita morale libertaria in
un’Inghilterra ancora oscurantista, fiuto per gli affari e un pizzico di
situazionismo.
In
breve tempo “Let It Rock” diventa un punto di ritrovo per i “teddy boys” (i
proto-rockabilly, per intenderci … arcifamosi nella stampa britannica per i
continui scontri fra gang … ingigantiti dai media … ma che regalano al “Let It
Rock” quella notorietàtalvolta “negativa” … ma che non guasta mai) … che
finalmente hanno la possibilità di acquistare gli abiti preferiti, senza
doverseli cucire da soli.
Malcolm
e Vivienne si completano a vicenda …
…
sono allo stesso tempo stilisti e creatori tout court e fra non molto
assurgeranno anche al rango di maître à penser.
L’idea,
vincente, è quella di fare in modo che “Let It Rock” sia un luogo di
aggregazione e svago e non semplicemente un punto vendita: ci si può accomodare
su un divano, leggere delle riviste e ascoltare dischi, che McLaren ricerca
appositamente e inserisce nel juke-box presente nel negozio.
Vivienne
e Malcolm rileggono la moda del passato e creano un proprio stile, sempre più personale.
Il
rude abbigliamento da “teddy boy” viene abbandonato con la parabola discendente
del relativo movimento sub-culturale.
Ecco
che il gene della continua trasformazione che da sempre ha albergato in Malcom
e Vivienne opta per un doveroso restyling … stavolta in favore del revival
degli anni 50 e 40. È il 1972 quando il negozio cambia nome e diventa il … “Too
fast to live too young to die” (troppo veloce per vivere … troppo giovane per
morire).
Avviene
quindi la prima virata … verso una tendenza “bikers”, tuttavia sempre ispirata
ai ‘50’es.
La
coppia inizia instancabilmente a lavorare la tecnologia “vestimentaria” … e
mette a punto un metodo per fissare pagliuzze sugli abiti con un adesivo speciale per stampare slogan o
logo.
È
la progressione di quest’idea che li porta successivamente ad utilizzare per la
prima volta i “chiodi”.
I
loro prodotti-faro sono t-shirt dove si dispiegano in pagliuzza il logo di
Gene Vincent, o i nomi di Elvis o Chuck Burry … t-shirt dove appaiono parole
chiave come rock’n’roll con ossa di pollo bollite mantenute con catene … t-shirt con due
linee verticali sotto il petto e recousues con chiusure a cerniera da cui
pendevano catene; t-shirt fatte di pneumatici di bicicletta fissati alle spalle
(detta t-shirt a pneumatico di moto).
La
clientela cambia con questo cambiamento d’orientamento … e diventa decisamente
più rock.
È
un giovane ragazzo assunto al negozio come customiser che ha l’idea del nuovo
nome del negozio … dipingendola sugli abiti … e spiegando che è in realtà uno
slogan di gang americane in omaggio alla morte di James Dean .
Malcolm
McLaren trova quindi la frase straordinaria, diventa il nuovo nome del negozio
… che nell’agosto di quel 1973 si rifà una progettazione meno kitsch e più “ornata” con teste di morte.
Nuovamente,
il negozio è al centro di una specie di fauna underground, i musicisti “in
vogue” del momento … che vi accorrono partecipanti.
Gli
abiti di Vivienne Westwood si ispirano allora ai ‘40’es ed alla moda “Zoot
suits”.
Il
negozio rinasce nuovamente e stavolta Malcom ha la netta sensazione di fare “tendenza”.
E
vuole qualcosa di innovatore … non vuole più girarsi verso il passato.
Il
giro di clienti e conoscenze si allarga e i due hanno modo di andare fino a New
York a pubblicizzare la loro attività.
È
un totale fallimento: agli Americani non importa un fico secco dei loro
bizzarri abiti.
È
qui però che a McLaren capita l’occasione che gli cambierà la vita: conosce le
New York Dolls, i nuovi fenomeni dell’underground cittadino, esplosivi, sessualmente
ambigui e dinamitardi come solo gli Stooges prima di loro.
Ne
diventa il tour manager … e viene fulminato sulla strada di Damasco.
Nonostante
l’esperienza duri solo una stagione (1973), contribuisce a focalizzare le sue
ambizioni: Malcolm ha assaggiato la celebrità e quando appunto torna a Londra
l’obiettivo è quello di preparare una svolta.
1974,
quindi … Londra … Malcom McLaren … Vivienne Westwood …
il Sex …
Sembra
incredibile, ma è tutto qua, gente! … ogni cosa di ciò che sto per dirvi … è
semplicemente racchiuso nelle parole che vi ho appena detto.
1974
– Londra – Malcom McLaren – Vivienne Westwood – Sex – Giovanni(es) (ah si … c’è
anche un certo Giovanni che … come vedremo … avrà un ruolo focale … anzi, più
di uno, per la verità).
Ognuna
delle cose che vi ho appena detto racchiude in se’ un significato specifico …
rappresenta quella che io chiamo “la fortuita conseguenza” con ciò che gli sta
affianco … il collante con le altre “variabili” … che all’unisono portano tutte
alla stessa opera.
Per
cui 1974, quindi … Londra … Malcom McLaren … Vivienne Westwood … il Sex … e
Giovanni(es), appunto.
Nell’eterno
“scambio di informazioni” che vede primattori gli adolescenti Britannici ed i
coetanei della Grande Mela (anche se spesso la stampa ha alzato polveroni
irrespirabili, parlando addirittura di non ben note “pseudo-inimicizie” e di
inenarrabili “sfide”) … fino a questo momento si era assistito ad un rimbalzo
sempre colmo di buoni propositi e che vedeva il rock mai soccombere realmente …
anche perché quando un determinato movimento nasceva in un posto, subito veniva
esportato nell’altro … qui si trasformava … ed immediatamente prendeva
nuovamente la rotta dell’Oceano nell’opposta direzione … sbarcando sull’altra
sponda.
Ma
un’ultima rimischiata al pentolone bisognava che venisse nuovamente data (non
ci son santi … han sempre ragione i vecchi: l’acqua ferma … difetta infetta).
E
così … quando i riflettori delle avanguardie si spengono sui palchi americani …
che furono calcati … da quegli MC5 così violenti …
da quegli Stooges così
nichilisti …
e quelle New York Dolls così volgari … sfacciate … (ed irriverenti
… e grezze … ed uniche rappresentanti indiscusse della “non-musica” … ma anche
uniche autorevoli icone della tragedia circense della strada) …
Lì
… dicevo … Malcom McLaren … dopo aver provato a diventare il manager proprio di
David Johansen & Co. … se ne ritorna a Londra … con in tasca il sogno di
divenire “l’artefice di qualcosa di veramente ed altrettanto esplosivo e
scioccante”.
Ma
procediamo per gradi … però!
…
e quindi … per questo vi dicevo ... occorre saltare un attimo in quel 1974.
In
una Londra fumosa ed annoiata … adagiata sul velluto dei salotti vittoriani …
ormai stanca della sua ineguagliabile grandezza … perché appunto
irraggiungibile … fra sbadigli di parate equestri … e classifiche di dischi
identiche da anni, fatte sempre dagli stessi nomi … qualcuno se ne accorge.
Ma
si … qualcuno finalmente si accorge che esistono (per fortuna) le periferie.
Ora
… io … non so come voi ve l’immaginate … Londra.
Nooo
!
…
non mi riferisco alla “City” … dai larghi viali percorsi da Rolls in alta
uniforme … tutti disseminati di palazzoni ove hanno sede le banche e le
compagnie assicurative che governano il mondo intero!
…
e non mi riferisco neanche a Buckingham Palace … col cambio della Guardia Reale
… sapete quei poveretti in divisa rossa sgargiante, costretti col cappello di
pelle di orso, no? (… ma che se deve fa, per campà!)
…
né tantomeno al 10 di Downing Street … dove frotte di curiosi attendono … in
fila per ore (incredibili gli Inglesi … riescono a fare le file sapete? … e
bene! … anche se hanno fretta … tutti quanti in riga … anche se “conoscono
qualcuno” … senza spingere … anche sotto la pioggerellina … magari leggendo un
libro … file dritte dritte, vi dico … e non a “triangolo” … a “cuneo” …
ammassati a spintonarsi … come quelle degli Italiani … dalla posta alla cassa
del supermercato, per dire) … con l’illusione di poter intravedere di tanto in
tanto il Capo di Gabinetto … affacciarsi mentre esce a buttare la spazzatura (…
cioè … è lui in persona che lo fa … non lo fanno fare ad un “tirapiedi” … o un
leccaculo … o un cristo della scorta, già sottopagato ad andare in giro col
giubbotto antiproiettile per colpa sua e del suo culo, capite?) … a salutare
tutti … anche quelli lì che là davanti protestano da mesi … coi loro cartelli
terribili … (“Maggie … almeno tu … sei riuscita a fare colazione stamattina?” –
firmato: i Minatori del Galles).
…
figuriamoci se poi mi riferisco alla Londra di Piccadilly … quella dei
giganteschi buttafuori di colore … davanti agli ingressi dei locali più alla
moda … dove è facile entrare (senza tutta ‘sta “selezione del cazzo” di Milano,
Roma e Torino) e dove dentro nessuno si spaventa se vi trova Freddy Mercury in
persona … ma sì … proprio lui, dici? … che limona con un irsuto palestrato di
colore (ne rimasi sconvolto … hahahahaha … ma contemporaneamente piacevolmente
sorpreso … che uno come lui si comportava in pubblico così come lo era in
privato … non come quei “pippatori folli”, peraltro “timorati di Dio”, dei
nostri “integerrimi” politicanti, per dire … che poi però son costretti a
chiamare l’ambulanza perchè il travestone stava schiattando … o quegli altri cavalieri
impavidi, “timorati di un cribbio di nessuno” e col codazzo di scorta, addetti
stampa, leccaculi, amebe, parassiti, massaggiatrici, magari anche belle
dentiste dalle “mani d’oro” … od anche nell'altra variante … quella col “baffetto” ed il due alberi a Gallipoli, no? … o con
la bicicletta, la faccia da mortadella, ma dei trascorsi “insabbiati”
nell’I.R.I., per dire … tutto sempre e rigorosamente sotto la cenere … qualsiasi cosa … qualsiasi gesto … e qualsiasi "gesta") … quei locali dove tutto nasce prima che in ogni altra
parte del mondo … tanto che poi è da qui che parte ogni cosa … e s’irradia … e
quando poi tutti lo scoprono … qui non c’è già più “… ma già da anni”.
Eh,
si … mi sa che io conosco un’altra Londra, probabilmente … a questo punto.
Non
fate, vi prego, quelle facce …
…
su! Dai!
…
Tanto non mi pagano per essere fatto così, sapete?
(…
a me, poi? … anzi!)
Solo
che … almeno come l’ho conosciuta io (intendiamoci) …
…
la mia Londra …
…
la mia Londra è sicuramente tutto questo (ovvio) …
…
ma poi tutto intorno però, dicevo …
…
non è che sia in realtà molto diversa da ciò che ci circonda ogni giorno,
sapete?
D’altronde
Londra … la Grande Londra, no? … ha più di 7 milioni di abitanti (toh … Milano
e dintorni … ce l’avete presente, no?) …
…
e se poi allarghiamo il discorso a tutta la cosiddetta “Area Metropolitana” …
beh … si superano i 12 … di milioni …!!!
E
secondo voi …
…
in questo gigantesco polo urbano di 12 milioni di persone …
…
questo “buco di culo inverecondo” …
…
fatto come tutti i poli urbani da centinaia di città e cittadine tutte
addossate una all’altra … senza soluzione di continuità …
…
dove non di rado capita di accorgersi di avere il piede destro a Chelsea (per
dire) mentre state pisciando su un muro che si trova a Kensington (no?) …
…
ecco, dicevo: ci sarà un “Tor Bella Monaca” anche a Londra, a questo punto? … o
un “Laurentino 38”? … “Magliana”? … “Ponte Galeria”? … “Tor Pignattara”?
…
ecco: “Tor Pignattara” per esempio … un quartiere dove … sia mai avvenuta una rapina come quella alla
famiglia cinese … con due balordi che puntano un’arma ad una bambina di 9 mesi
e dicono “… t’ammazziamo come un cane” … eppoi lo fanno sul serio … sia la
bambina … che il suo papà … ecco: a Londra … ci sarà?
Oppure
… che ne so… come saranno … per dire … i viale Monza di Londra? … i viale Zara?
… o i “Quarto Oggiaro”? … i Corsico … i Sesto San Giovanni … o addirittura i
Rho. Ecco: come saranno i Rho di Londra? Anche lì secondo voi vi vivono dei
poveri cristi che tutti i giorni fanno avanti-indietro … per andare in giro a
sconfiggere “le forze del male” (come dice la canzone-parodia dei Meganoidi),
ma lo devono fare con la bicicletta (!) … per poi morire trascinati per
centinaia di metri da uno zingarone pippato che governa il racket dei
mendicanti rom?
(… "tutti figli dei poveri" … Pasolini)
(… "tutti figli dei poveri" … Pasolini)
O
ancora un immenso quartiere ghetto come “Barriera Milano” di Torino … dove la
notte gli sputa palline sono a gruppi di 4/6 ad ogni angolo … a “schiacciare un
cinque” in cambio di un po’ di crack … o uno speed … e dove poi una mattina i
torinesi (pazzesco!) rimangono “inorriditi” (incredibile …!!!) dalla scoperta
(pensate!) di cadaveri disseminati qui e là … frutto poi di nient’altro che guerre
fra “male” (tunisini e algerini – senegalesi e marocchini – albanesi e rumeni –
nigeriani “igbo” e nigeriani “benin” – equadoreni e peruani) … ma che poi,
siccome gli allarmismi su tali “scivolose” materie a volte possono rivelarsi
“politicamente scorretti” (sia che uno non abbia assolutamente voglia ed
“interesse” di affrontarli … sia che l’altro sappia perfettamente di non
poterli affrontare e si limita a questo punto altrettanto facilonamente a “dare
la colpa a chi non la pensa come lui”, intendiamoci) … allora magari si fa finta di niente
(pazzesco, no?)… alimentando l’odio che cova sotto ogni silenzio.
E
nel frattempo gli stupri si sprecano …
…
e così gli accoltellamenti …
…
Secondo voi “Barriera Manchester” … a Londra … c’è? O per dire “Barriera
Birmigham” …
…
ci sarà a Londra “Barriera Birmingham”?
E
lo Z.E.N.? … lo Z.E.N., certo …! No, no … non Zona Espansione Nord … no! … ma
“Zona Elementi Nocivi” … ecco … insooomma (… ma dove vivete?): cazzo, lo
Z.E.N., no? … come quello di Palermo, ma si … o di Genova, per esempio
(minchia: lo Z.E.N. di Genova, ràga!) … esisterà anche a Londra, lo Z.E.N.?
(o
lì han studiato tutti quanti come voi dalle Orsoline e non sanno cosa sia?).
…
e il C.E.P.? (qua il “Popolare” è nel tempo diventato “Pericolosi” … sapete?)
…
o “Le Vele”? … Impossibile … “Le Vele” son dappertutto, daaai … Lecce … Taranto
… Bari … Napoli … ad esempio quelle di Napoli sono nel ridente quartiere di
Scampia, per dire … ma daaai: addirittura a Torino le han fatte, a Mirafiori
Sud … figurati se non ci sono “Le Vele” anche a Londra! (… a “Londra Sud” ci
saranno di sicuro …!!! Trànqui!).
…
e via Anelli? … sapete via Anelli a Padova, no? … ma si … (Diu bùn!) … la
“vergogna/gioiello” di Padova … quella meravigliosa “invenzione” che è la “Berlino
Est” della Lega, no? Ecco … a Londra … anche loro, che son sempre “avanti”
ovunque … anche loro han “definitivamente debellato il fenomeno” … come “son
riusciti a fare” a Padova? … (son fortune, eh … non c’è che dire!) costruendovi
… pensate … un muro di recinzione (… averci pensato prima, cazzo! … magari non
scoppiava neanche la Guerra Fredda, per dire …!).
Insomma
… tutti quegli immensi … popolosissimi quartieri bui e nebbiosi …
…
fatti da incroci tutti uguali … identici …
…
e da altissimi condomini dalle forme più “geniali” … ma poi sostanzialmente
composti tutti da risicati alloggi … inabitabili sottotetti … umidi garage …
pidocchiosi monolocali col bagno sul ballatoio … e di ascensori sfasciati … ed
antenne condominiali mai funzionanti … con la tappezzeria che si scolla dalle
pareti …
…
ed i muri imbrattati da scritte di ogni genere …
…
vomito e pisciate agli angoli …
…
e l’immancabile faccia di merda che ti chiede da fumare aspettando sia il tuo …
“non fumo” … che il tuo “cazzo, avevi detto una, però” … semplicemente per il
gusto di farti piantare una coltellata dal suo amico … che aspetta insieme agli
altri nel buio il fischio di richiamo (… e che proprio per questo motivo,
essendo tu un preveggente, nel breve dialogo in cui cerchi di liberarti di lui,
stai sempre “molto” attento a non pronunciare mai termini tipo “fratello” o
“amico” … che quello non aspetta altro di dirti “io non sono tuo amico”)…
…
o l’ubriacone che inciampa per i cazzi suoi a venti metri da te e dice che sei
stato tu …! (madòòò … la bottiglia mi volò ad un palmo dalla testa, mentre
correvo!).
Ecco
… vedete … questi postacci qui …
…
in genere abitati da una fauna tutta particolare …
…
con donne/oni vestite in abiti “succinti” ai lampioni …
…
o strade deserte percorse da macchinoni che viaggiano a velocità
spaventosamente lenta, furtiva, sgommando poi all’improvviso e sparendo nella
notte …
…
quelle stesse strade costellate di “rarissimi” bar “della cagna” dove non puoi
entrare neanche se ti hanno appena dato una sprangata in testa …
…
e così disseminate di pusher nervosi, acquattati negli anfratti più oscuri e
che intravedi solo per via della fiammella della sigaretta, ma che poi,
guardando più attentamente, ti accorgi che i fuochi in realtà son due, anzi
tre, no son 5 cazzo! …
…
o sbandati che camminano nella notte accompagnati da rotweiler giganteschi con
tanto di collare borchiato …
… e dove immancabilmente si sente prima un
rumore secco di vetri in frantumi, poi l’antifurto che parte, e subito dopo il
classico strepitio di lunghi passi che si allontanano di corsa …
…
per non parlare dei tossici all’ultimo stadio, accampati in un’auto abbandonata
disseminata di spade …
…
ecco … questi postacci qui, dicevo … esistono ovunque, sapete? …
…
da Lagos fino a Stoccolma …
…
e la sapete ancora una cosa?
Son
tutti … TUTTI QUANTI … INCREDIBILMENTE … IDENTICI … ovunque …
…
da Lagos fino a Stoccolma …!!!
Figuriamoci
a Londra, no? Così grande com’è!
Ed
infatti le “Tor Pignattara” di Londra …
…
le “Barriere Milano” ai bordi della “City” …
…
ed i Rho …
…
gli Z.E.N. …
…
e “Le Vele” del Tamigi …
(così
come Cliché-sous-Bois, Aulnay-sous-Bois, Sevran e le altre banlieu di Parigi …
o tutte le Ramblas di Barcelona … o Europoort e tutti i quartieri “Eurabia” a
Rotterdam … o Kreuzberg, Rudow, Neukoln, Gropiusstadt a Berlino … St. Pauli e
tutta la Darsena ad Amburgo … Halmtorvet o Norrebro a Copenaghen … Blakulla-Sona o T-Centralen o Kungstradgarden Park a Stoccolma … o Pikine a Dakar … o tutte le bidonville di Lagos, Victoria Island
compresa) …
…
a Londra esistono eccome …
…
e sono anche lì la maggioranza …
…
come nel resto del mondo …
…
ed un loro nome ce l’hanno pure, sapete?
Infatti
si chiamano: Brixton (sicuramente il peggiore, abitato interamente da
Giamaicani e Pakistani) …
…
Finsbury Park (maggioranza pakistana, ma aldilà dell’etnia … tutto quanto il
quartiere è proprio stracolmo di gentaglia) …
…
South Bank (teppistaglia pura di ogni tipo) …
…
ma anche Kensington …
…
Chelsea …
…
Soho …
…
Hackney!
Ecco … proprio ad Hackney, ad esempio, vi era nato Malcolm
Robert Andrew McLaren … il 22 gennaio del 1946 … da Pete McLaren
(un ingegnere scozzese) e da Emmy Isaac (casalinga inglese figlia di
ebrei sefarditi di origine portoghese), più esattamente nel quartiere di Stoke
Newington (nel borough di Hackeny dicevamo, appunto) … uno dei quartieri fra quelli londinesi da
sempre contraddistinto per i forti i contrasti sociali ed urbani ed un tempo
noto per la criminalità e le strade tutt’altro che raccomandabili.
… un gran bel posto di merda, insomma …!!!
Chi
era Malcom?
Guardate
… stando a Wikipedia … sarebbe un “… produttore discografico, musicista, nonché
manager di band di successo”.
Chi
era in realtà? …
…
Malcom? …
…
Malcom McLaren?
…
Malcom era … era … un …
…
beh … Sapete una cosa?
Malcom
era una vera e propria “faccia di merda”, ecco … credetemi.
Non
che io l’abbia mai conosciuto
(intendiamoci,
anche perché sarebbe finita a cartoni in faccia … ne son sicuro)
…
ma da ciò che so
…
da quello che ho letto
…
da quanto gli ho visto “fare” in azione
…
Malcom McLaren lo era sul serio
…
una fottutissima “faccia di merda”.
Un
genio insomma … per farla breve … hahahahaha …!!!
Eh
già, perché quando uno che nasce a … “Barriera Milano”, mettiamo … nello
squallore più putrido di un posto come “Barriera Milano” (intendo la “Barriera
Milano” bassa, naturalmente … quella coi phone-center ed i take-away etnici
addossati uno all’altro … dove un bel giorno la gente è scesa in strada con le
mazze in mano a liberarla dagli spacciatori del “Toxic Park” e dai suoi
“astanti” … visto che il giorno prima loro … i pushers e gli “astanti” … si
erano ribellati ad un arresto … ed avevano occupato c.so Giulio Cesare facendo
barricate coi bidoni e rivoltando le macchine … rivendicando così la loro “visione”
… a suon di massi lanciati contro ogni forma di vita bipede che si avvicinava …
vero che non l’han quasi mai detta in TV così nei dettagli ‘sta roba, nè? T’l’as
capì, now?) …
…
ecco: uno così … che da qui … da “Barriera Glasgow” poniamo … parte per New
York … sognando prima di sconvolgere il mondo con i suoi vestiti … eppoi
ripiega col voler a tutti i icosti diventare il “manager che farà resuscitare
le Dolls” (… le Dolls, voglio dire … non Baglioni, no?) … beh … scusatemi … ma
già di suo è un tantino un po’ … da “repartino”, diciamo no?
Eh
si, perché per quanto tu possa amare visceralmente la musica …
…
per quanto tu abbia voglia di diventare qualcuno …
…
per quanto tu abbia chissà quali doti innate in fatto di acume commerciale e
musicale …
…
insomma …
…
le Dooolllsss …???
Eppoi
quelle Dolls lì? … (ormai orfane di tutti) …
…
e fino a New York, per giunta?
Ladies
and Gentlemen … ecco quindi a voi … Malcom McLaren … la più “orrida faccia di
merda”, che più cilindrato di così non si poteva.
Ma
se però per un attimo uno si scrolla di dosso tutto l’orrore e la
schifaggine innata … quella che da sempre rende ciechi ed ottusi i “buoni
cristiani”, per intenderci (… proprio quelli lì a cui Vasco gli affidava Dio …
da giudicare … ricordate?) … e magari il “bravo cristiano”, per un attimo, “rinviene”
giusto solo il tempo di chiedersi … “ma perché”? … ecco, dicevo … magari così
uno si accorgeva “in tempo” di tante altre cose … forse addirittura di tutto.
Tranquilli,
comunque … se anche voi quel perché non ve lo siete chiesto … siete in ottima compagnia,
tesorucci! (… ed assieme alle persone che davvero contano … davvero
complimenti)
Eh
già … perché neanche all’epoca ci fu qualcuno in grado di accorgersi che, in
realtà, era già da inizi decennio che stava prendendo piede (ovviamente,
immancabilmente e rigorosamente al di fuori dei circuiti “commerciali” … e
pertanto quelli “nobili”, diciamo … del business, ecco … che così capiamo tutti
di cosa stiamo parlando) una musica piuttosto … “ruvida” … talmente “grezza” da
farla apparire addirittura “primitiva” … “animale” … e che i suoi cultori
definivano nientemeno che “autentica” (… ma ‘sti qua son veramente impazziti
tutti quanti, però!).
Per
la verità … come ho già detto all’inizio … quando parlavo della continua
“trasmigrazione” della musica fino alla sua definitiva trasformazione in
“rock’n’roll”, no? … bene: la musica aveva appunto “partorito” il rock’n’roll
“proprio” per dar sfogo ad un certo tipo di istinti primordiali … e volutamente
perché ne venisse fuori un “urlo liberatorio” anziché un “soave usignolìo da
castrati” (quanti neologismi oggi, gente … neh che sono particolarmente
ispirato? Hahahahhaah).
Ma
tant’è … sarà che qualcuno (pensate) ho saputo che mangia le cozze addirittura
“soltanto cotte” (hahaha … per un Salentino è un sacrilegio, sapete? Si rischia
la lapidazione …!) … o insomma, forse sarà anche che nei “movbidi salotti
Vittoviani di colove vosso puvpuveo”, assieme alle “cozze cotte” non sapevano
neanche cosa fosse in realtà il rock’n’roll (anche per via delle connesse ed
ovvie problematiche di pronuncia: come avrebbero potuto, del resto? … troppe
“R”, non vedi? … ma scusa: Vock’n’Voll … naaahhh …) … sta però di fatto che non
solo lì … ma anche in classifica … e nelle radio … quasi nessuno aveva capito
la portata del cosiddetto … “pub-rock”.
COOOSAAA? … NON SAAAPEEETEEE COS’È IL PUUUB-ROOOCK …???
Ma che cazzo vivete a fare?
Allora
… prendete un foglio … FORZA … ed una penna (e che possibilmente scriva) …
…
DETTATO …
“…definiscesi
pub-rock quella musica che si suona (appunto) nei tipici esercizi pubblici di
matrice anglosassone (… e dove sennò … all’oratorio?) … normalmente dopo aver
bevuto un imprecisato numero di birre … (il numero è imprecisato proprio perché
hanno nel frattempo giustamente fatto il loro dovere … e pertanto uno non se le
ricorda più) … e si ottiene … il “pub-rock”, dicevo …laddove (quindi) … diciamo
a metà serata? … uno cerca di trascinarsi fino al palchetto (che credetemi …
esiste in ogni VERO pub-inglese …) … e se ce la fa a stare anche in piedi dopo
averlo fatto (magari anche solo appoggiandosi sul microfono, per dire) …
imbracca uno strumento e ci va giù di brutto … qualsiasi cosa … quello che gli
salta in mente … fino a che gli altri astanti non decidono che no … non ne vale
proprio la pena …
…
e così lo prendono di peso e lo scaraventano in strada …”.
CHIUSE
VIRGOLETTE … PUNTO … IMPARARE A MEMORIA … E LA PROSSIMA VOLTA INTERROGO …!
INTESI …?
Guardate
… proprio perché vi voglio bene … vi do una chicca: sapete qual è il più
“classico” fra gli inni da “pub-rock”?
…
“Sex and Drug and Rock’n’Roll” del mai abbastanza rimpianto Ian Dury.
Come
si può facilmente apprezzare dall’ascolto di questo impareggiabile brano,
assolutamente unico (nonché leggendario) … la musica è esattamente quella che
uno (appunto) suonerebbe dopo aver “faticato non poco” a raggiungere il palco,
alzandosi dal proprio tavolino … ecc., ecc. …
…
e le “liriche” sono giustamente quelle di uno che … in quel momento è
appoggiato al microfono … in stato di semi-incoscienza.
A
parte comunque questi aspetti un po’ … folkloristici … il “pub-rock” ha dietro
di se’ tutta una sua letteratura che non vi sto ora a spiegare (il sottogenere
del “roots rock” … gli iniziali antagonismi col “glam” … ecc.).
Sappiate
che comunque … dopo che aver maturato una certa confidenza perlomeno nei
movimenti … ed una padronanza nell’equilibrio …
…
insomma da permettergli di esibirsi un po’ di volte, cazzo, daaai …
…
finisce sempre che uno poi tira su addirittura una band …
…
e continua a sfoggiare queste sue abilità “circensi” anche in altri pub …
divenendo talvolta addirittura una sorta di “star delle osterie” … no?
È
infatti questo il caso appunto dei "Kilburn and the High Roads" (ossia quella stessa band che diventerà poi i "Ian Dury and the Blockheads" e che fra l'altro vedeva fra la compagine nientemeno che Graham Parker) … ma anche dei Flip City (con un
giovanissimo Elvis Costello)… o ancora i Brinlsey Shwaraz (di tale Nick Lowe) …
…
ed una sfilza inenarrabile di nomi, band e quant’altro … talvolta sconosciuti
anche a se’ stessi (… per via soprattutto della cosiddetta … “amnesia da
dopo-sbronza”, no?).
E
qual’era a questo punto il … diciamo … repertorio di simili “artisti”?
Guardate
… trattandosi di artisti appunto non propriamente “professionisti” (no?) … e
per giunta anche leggermente “su di giri” … il repertorio non poteva essere
complicato.
Anzi
… si trattava proprio di brani facili-facili … a base ovviamente di r’n’roll,
naturalmente … ma anche country rock … scarno blues … ma chessò … anche
qualcosa dei primissimi Beatles … o Eddie Cochran … o i primi vagiti degli
Stones … Chuck Berry … insomma … uànnn-ccciù-tttrì-fffò-tutti-in-coro… no?
Ed
anche la musica di per se’ … non è che avesse tutta ‘sta cura per i dettagli …
col mixer … l’ingegnere del suono …
…
ANZI …!!!
Se
uno gli pigliava la ciucca cattiva … era finita …!
Molto
comunque del repertorio ricadeva anche su brani delle band … glam! Il “glam”,
no? … ma si: … Mott the Hoople … T. Rex … Slade … Hollywood Brats.
E
perché proprio il “glam”?
Beh,
guardate … primo perché era già di per se … nella stragrande maggioranza dei
casi almeno … anche quella una musica “ruvida” … “grezza” … “autentica” … a
volte anche proprio “facile-facile” …
Eppoi
c’è da dire che esattamente in quegli anni era tanto in voga proprio in Gran
Bretagna (molti dei singoli dei succitati gruppi avevano vissuto attimi di pura
leggenda arrivando addirittura al primo posto in classifica).
A
tal punto che a New York … sempre per via dello “scambio-interculturale” … era
addirittura approdato in tempo reale … il glam … tanto che proprio lì era nata
la band “glam” più incredibile … più oltraggiosa … più fetente … più
incendiaria … e più devastante: le New York Dolls, di David Johansen, di Johnny
Thunder, di Sylvain Sylvain, di Jerry Nolan e di Arthur Kane, appunto.
Capito
ora perché Malcom McLaren … volato fin lì … e naufragata la sua idea … poi si
aggrappa subito a quest’altra? …
Cioè:
pazzoide lo era di sicuro, ripeto … ma non proprio fino in fondo, no!
E
niente: volò fino alla Grande Mela col suo sogno in tasca.
Non
ho notizie né di quanto sia durato il “soggiorno” (ma comunque sembrerebbe
almeno un bel po’ … forse addirittura un anno … anche perché qualcosa
all’inizio stava realmente succedendo) …
…
né se a New York ci andò da solo od in compagnia di Vivienne.
Io
credo che … che lei se ne rimase però a Londra … anche soltanto per via di un
discorso meramente economico: lei (34enne) aveva già un figlio piccolo dal
primo matrimonio … e comunque sbaglierò … ma me l’immagino un po’ con le pezze
al culo in quel periodo … come coppia, insomma … malgrado l’estro … ed il gran
parlare di loro.
Per
cui niente: Malcom volò fin lì … abitando in qualche tugurio melmoso di New
York (ah, non vi ho detto … ma anche New York è piena di periferie, sapete?) …
mangiando se gli andava bene una volta al giorno … visto che il resto dei soldi
gli servivano per chiamare al telefono Vivienne …
…
e dirle in rapida successione …
…
ogni giorno …
…
le stesse bugie …
“Ciaotuttobenequifauncazzodifreddodellamadonnaognicosacomunqueprocedeperilmegliobacialpupociaociaociàcià”
…
…
tù-tù-tù-tù …
(non
credete anche voi sia andata così?)
Sta
di fatto che … finalmente (direte voi) … arriviamo a ‘sto cazzo di 1974 (… non
se ne poteva più … l’orchite, proprio!) … e Malcom se ne torna nella sua fetida
“Scampia” londinese …
…
con i suoi pugni ben stretti (nelle tasche sempre più vuote) …
…
le unghie conficcate nel palmo delle mani dalla delusione (da non sentir
neanche più il dolore) …
…
ma infondo si trattava di tornare dalla sua Vivienne, che lo attende sull’uscio
del “Sex” …
…
come Penelope …
…
ma a Chelsea, naturalmente …
…
e soprattutto con una quantità indescrivibile di idee …
…
come del resto ogni volta che qualcuno deve ripartire da zero … no?
(…
deja-vu … people … giusto un attimo di personale deja-vu … concedetemelo).
… tttù bbbì continued
…!!!
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